Il pre-travaglio (o periodo prodromico) è la primissima fase del parto, quella in cui si iniziano ad avvertire piccole contrazioni, poco dolorose e irregolari.
In questa fase generalmente avviene la perdita del tappo mucoso: una formazione di consistenza gelatinosa, con striature rosa o rosse, dovute alla presenza di gocce di sangue per la rottura dei vasi capillari. Si tratta del muco che fino a quel momento chiudeva il collo dell’utero, isolandolo dall’ambiente esterno.
In concomitanza, possono comparire dolori simili a quelli mestruali, localizzati nella parte bassa della schiena e accade frequentemente che si “rompano le acque”, ovvero si lacerino le membrane del sacco che avvolge il feto nell’utero, lasciando fuoriuscire il liquido amniotico.
Tutti questi segnali indicano che il travaglio sta per iniziare.
Per sapere esattamente quando è il momento di andare in ospedale, è necessario misurarne la frequenza e la durata delle contrazioni.
La frequenza va controllata misurando l’intervallo tra una contrazione e la successiva, che di solito, inizialmente, è tra i 30 e i 15 minuti. La durata, invece, si calcola dall’inizio alla fine di ogni singola contrazione, che nelle prime fasi del travaglio si protrae per circa 15 – 20 secondi.
È consigliabile andare in ospedale quando le contrazioni si succedono a una distanza di circa 10 minuti, con una durata di circa 40–50 secondi.
In ogni caso, è bene non indugiare a recarsi in ospedale se:
- Si rompono le membrane
- Compaiono perdite di sangue rosso vivo, perché potrebbero essere dovute ad un distacco di placenta che va affrontato tempestivamente
- La futura mamma è in preda all'ansia. Molte gestanti preferiscono trascorrere a casa la maggior parte del travaglio, altre si sentono più sicure in ospedale: l'importante è sentirsi tranquille.