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Il secondamento è la fase conclusiva del parto. Consiste nell’espulsione della placenta, che esce per seconda (da qui il nome) dopo il neonato.
L’espulsione è rapida e spontanea: normalmente il processo di distacco della placenta e degli annessi fetali si verifica a distanza di alcuni minuti (da 5 a 40) dalla nascita, favorito dalle ultime contrazioni spontanee. Nell’attesa, la neomamma rimane in sala parto sotto osservazione del personale medico L’ostetrica o il ginecologo, tuttavia, possono favorirne lo scollamento esercitando una lieve pressione sul ventre della neomamma, oppure, per accelerare l’espulsione, qualora dovesse tardare, il medico può decidere di somministrare alla neomamma una piccola dose di ossitocina, tramite un’iniezione nel cordone ombelicale. Si tratta di un ormone, secreto naturalmente dall’organismo, in grado di stimolare le contrazioni della muscolatura dell’utero.
È proprio durante l’attesa dell’espulsione della placenta che si procede al prelievo del sangue cordonale per la conservazione delle cellule staminali. Il prelievo è completamente indolore e senza rischi e dura appena un paio di minuti.
Una volta espulsa, la placenta deve essere esaminata dall’ostetrica. Dopo averla stesa su un piano, se ne deterge la superficie con una garza, tamponandola delicatamente per constatare che sia intera. Poi, occorre osservarne la forma, valutarne le dimensioni e registrarne il peso. Questa verifica è indispensabile perché, se mancassero delle parti, si renderebbe necessario l’intervento del medico per fare in modo che venga espulsa completamente.
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